Plissé Semper Plissé, otto millenni di pieghe: la Sardegna racconta la sua storia tra archeologia, arte e moda

Favorire il dialogo tra archeologia, arte, moda, artigianato e costume, proiettando le collezioni pubbliche sarde in un contesto internazionale attraverso linguaggi contemporanei e multimediali. Nasce con questa ambizione Plissé Semper Plissé, il progetto culturale ideato dall’Assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport in collaborazione con i Musei Nazionali di Cagliari e con l’Istituto Regionale Etnografico.

Il programma sarà presentato martedì 2 dicembre nella Sala Retabli della Pinacoteca nazionale di Cagliari, all’interno della Cittadella dei Musei, dove prenderà forma anche il percorso espositivo diffuso che coinvolgerà il Museo Archeologico Nazionale, la Pinacoteca e il Museo Etnografico Regionale Collezione Luigi Cocco.

L’idea nasce da Alessandro Lai, costumista e storico del costume, cagliaritano di origine oggi residente a Roma. Con lui hanno lavorato Maria Antonietta Mongiu, archeologa e membro del CdA dei Musei Nazionali di Cagliari; Francesco Muscolino, direttore dei Musei Nazionali; Anna Paola Mura, direttrice dell’ISRE; e Antonella Giglio, direttrice generale dell’Assessorato. Accanto al nucleo dei curatori, il progetto coinvolge docenti universitari, studiosi, funzionari dei musei, dell’Archivio di Stato e di altri enti culturali.

Il cuore dell’iniziativa è un viaggio nel tempo alla scoperta del plissé, la tecnica di pieghe regolari ottenute su fibre vegetali e animali, una delle più antiche forme di estetica applicata al tessuto. Le sue tracce compaiono precocemente nel Mediterraneo e in Sardegna, dove numerosi reperti testimoniano come la piega abbia accompagnato per millenni l’evoluzione materiale, linguistica, artistica e tecnologica delle civiltà che si sono affacciate sull’isola.

Plissé Semper Plissé costruisce un percorso diacronico che attraversa otto millenni: dal Neolitico all’Età del Bronzo, dalle influenze orientalizzanti al mondo greco e romano, fino alle culture bizantina, araba e spagnola, per arrivare alla contemporaneità. Reperti archeologici, opere d’arte, oggetti di artigianato, costumi teatrali e cinematografici e creazioni di alta moda dialogano in un racconto unitario, dove la piega diventa linguaggio universale.

La mostra ospiterà prestiti di grande prestigio internazionale: capi unici della Fondazione Cappucci, l’Archivio Max Mara, la Fondazione Tirelli con il celebre costume creato da Piero Tosi per Maria Callas nella Medea di Pier Paolo Pasolini, la Modateca Deanna e gli Archivi di Ricerca Mazzini. A rappresentare l’eccellenza sarda saranno nomi come Angelo Figus, Antonio Marras e Luciano Bonino, insieme a rarissimi manufatti dell’Arciconfraternita dei Genovesi, tra cui tre cotte del Settecento e un rocchetto seicentesco, oltre ai preziosi tessuti delle collezioni ISRE.

Il filo che lega tutto è il plissé: un gioco geometrico di pieghe regolari che si ritrova nell’Auriga di Delfi come nelle gonne tradizionali sarde custodite nelle case e nelle collezioni etnografiche. Tra gli esempi più sorprendenti ci saranno le gonne di Fonni, celebri per le seicento pieghe che compongono un codice tessile sofisticato quanto quello delle colonne dei templi antichi. I reperti dei Musei Nazionali dialogheranno per mesi con le policromie dei tessuti tradizionali, sottraendosi al ruolo di semplici scenografie per farsi protagonisti di una storia identitaria e resiliente.

Il progetto non si esaurisce nella mostra. Nei prossimi mesi sono previsti convegni, laboratori didattici, installazioni e incontri con studiosi, designer, sartorie d’eccellenza e fondazioni del settore, per offrire una lettura originale e trasversale di una tecnica che attraversa culture, epoche e continenti. Una celebrazione della piega come segno estetico universale e, insieme, come memoria viva del Mediterraneo.

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