Confartigianato, insieme a CNA, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti, ha lanciato una sfida al Governo e all’Agenzia delle Entrate: rendere il concordato preventivo biennale uno strumento davvero efficace per le imprese italiane. Le cinque associazioni di categoria hanno inviato un documento con una serie di proposte al Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, e al Presidente della Commissione degli esperti per gli ISA, Cristiano Cannarsa. L’obiettivo? Semplificare le procedure, aumentare la trasparenza e incentivare l’adesione.

Le proposte nel dettaglio
Nel mirino delle associazioni, innanzitutto, la complessità delle procedure burocratiche. Troppi ostacoli, secondo Confartigianato e le altre sigle, che rendono l’accesso al concordato un percorso troppo accidentato per le imprese. Da qui la richiesta di una semplificazione, per un iter più rapido e agevole.
Altro punto dolente, la mancanza di trasparenza. Le imprese lamentano difficoltà nel reperire informazioni chiare e dettagliate sui requisiti necessari per l’adesione. Un problema che genera confusione e incertezza, e che le associazioni chiedono di risolvere attraverso una comunicazione più efficace e trasparente.
Ma non è tutto. Confartigianato e le altre organizzazioni propongono anche di potenziare l’assistenza tecnica fornita alle imprese, soprattutto durante le fasi di preparazione e presentazione delle domande. Un supporto fondamentale per orientarsi in una materia complessa e per evitare errori che potrebbero compromettere l’adesione al concordato.
Infine, le associazioni sollecitano l’introduzione di incentivi economici per le imprese che scelgono di aderire al concordato. Un modo per premiare la loro correttezza fiscale e per incoraggiare una maggiore adesione a questo strumento.
I vantaggi per tutti
Le modifiche proposte, secondo Confartigianato e le altre associazioni, porterebbero vantaggi significativi sia per le imprese che per l’amministrazione fiscale. Da un lato, si eviterebbe l’invio telematico delle domande in periodi di picco, alleggerendo il lavoro degli intermediari fiscali. Dall’altro, si semplificherebbe la gestione delle adesioni per l’Agenzia delle Entrate, riducendo la necessità di controlli e verifiche.
Insomma, una serie di proposte concrete per rendere il concordato preventivo biennale uno strumento davvero utile per le imprese e per il sistema fiscale nel suo complesso. Un’occasione da non perdere per rilanciare un meccanismo che, nelle intenzioni, dovrebbe favorire la compliance e la crescita delle aziende italiane.