Fino a domenica 16 novembre 2025, la fotografia torna a interrogarsi sull’identità dell’Isola. La Galleria Comunale d’Arte di Cagliari e il MAN di Nuoro ospitano Isole minori. Note sul fotografico dal 1990 ad oggi, un’importante mostra curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola. Sedici progetti firmati da fotografi e fotografe di rilievo internazionale compongono un racconto sfaccettato e profondo del concetto di “isolamentoâ€, declinato non soltanto come geografia, ma come condizione culturale, sociale, esistenziale.

In mostra, tra gli altri, le opere di Mimmo Jodice, Massimo Vitali, Charles Fréger, Vanessa Winship, George Georgiou, Paola De Pietri, Giovanna Silva, Marinella Senatore, Salvatore Ligios e Bernard Plossu. A Cagliari, il percorso si arricchisce con i lavori di Arianna Arcara, Luca Spano, Karla Hiraldo Voleau e François-Xavier Gbré. Ogni sede offre una selezione tematica specifica, ma entrambe contribuiscono a disegnare un’unica, grande narrazione: quella di un’Isola che sfugge agli stereotipi e si riappropria della propria voce visiva.
Per lungo tempo, la Sardegna è stata ritratta attraverso una lente reportagistica che ne accentuava la distanza dal continente, oscillando tra la mitizzazione di un Eden fuori dal tempo e l’esotismo cupo dei racconti di cronaca nera. L’immaginario collettivo, alimentato da questi contrasti, ha influenzato profondamente non solo la percezione esterna, ma anche quella interna all’Isola, contribuendo a sedimentare rappresentazioni ideologiche difficili da scardinare.
La mostra invita a superare questi cliché. Le opere selezionate mostrano come, negli ultimi 25 anni, si sia sviluppata una nuova sensibilità , capace di indagare le trasformazioni della società sarda e di costruire un dialogo tra passato e presente. Dalle coste battute dal turismo alle aree urbane più dinamiche, fino alle zone interne segnate dalla memoria e dalla ritualità , gli sguardi degli artisti restituiscono una Sardegna radicata nel Mediterraneo contemporaneo, prima ancora che nell’Italia periferica.
Il percorso si apre con un omaggio a quattro maestri della fotografia: Mimmo Jodice, con i suoi scatti sospesi tra mito e mare; Bernard Plossu, con i suoi appunti visivi tra Carloforte e La Maddalena; Ralph Gibson, che sfida ironicamente l’estetica del nudo; Massimo Vitali, che documenta con distacco antropologico la folla sulle spiagge del Poetto. Queste immagini aprono la strada ai nuovi linguaggi della fotografia contemporanea.
Al MAN di Nuoro, ogni autore occupa una “stanza monograficaâ€. Salvatore Ligios e Charles Fréger rileggono la forza identitaria delle maschere e dei riti tradizionali; Giovanna Silva indaga lo spaesamento architettonico della Maddalena post-vertice G8 mai avvenuto; Paola De Pietri osserva la stratificazione storica di Caprera. Marinella Senatore e Vanessa Winship mettono in scena pratiche partecipative, mentre Jacopo Benassi e Lorenzo Vitturi riflettono sulle forme dell’isolamento fisico e mentale.
A Cagliari, invece, la fotografia dialoga con la letteratura. Arianna Arcara si ispira ai racconti di Sergio Atzeni per esplorare la dimensione affettiva e relazionale della Sardegna contemporanea. Karla Hiraldo Voleau reinterpreta la Generazione Z alla luce dei Comizi d’amore di Pasolini. Luca Spano si muove tra documentazione e immaginazione, evocando la scrittura visionaria di D.H. Lawrence. François-Xavier Gbré propone un diario visivo sulle conseguenze sociali e urbane delle migrazioni, con un occhio attento al cambiamento dei paesaggi umani.
Il valore della mostra risiede nella sua capacità di offrire nuove visioni di luoghi conosciuti, rivelandone contraddizioni, tensioni e bellezze inaspettate. Ogni opera è un invito a riflettere non solo sull’Isola, ma sull’insularità come condizione del vivere contemporaneo.
Ad accompagnare il percorso, un catalogo bilingue edito da Interlinea, con testi critici, biografie e un dialogo tra i due curatori, che aiutano a contestualizzare e approfondire il progetto.
Isole minori è un viaggio che parla di Sardegna, ma tocca ognuno di noi: perché in fondo, oggi più che mai, l’isolamento è un’esperienza collettiva, e la fotografia uno strumento potente per decifrarla.