Galtellì, dove la Pasqua diventa emozione collettiva

Dal 11 al 21 aprile 2025, Galtellì si trasforma in un palcoscenico di intensa spiritualità e coinvolgimento emotivo: è la Settimana Santa, momento in cui il sentimento religioso della comunità raggiunge il suo apice in un connubio perfetto di fede, tradizione e identità culturale. La celebrazione, tra le più suggestive della Sardegna, affonda le radici in riti di origine spagnola custoditi gelosamente dalle due confraternite del paese: Santa Rughe, fondata nel 1614, e Sas Animas, nata nel 1729. I loro canti antichi, intonati in sardo e in latino, accompagnano ogni cerimonia, tessendo un filo sonoro che unisce passato e presente.

Il programma liturgico si apre domenica 13 aprile, duminica de prama, con la benedizione delle palme e degli ulivi, seguita dallo scambio rituale di sos passios tra i priori delle confraternite. Il Giovedì Santo, 17 aprile, nel tardo pomeriggio si celebra la Messa in Cena Domini con il tradizionale rito del Lavabis, la lavanda dei piedi. A seguire, la processione de Sas Ecresias, che si snoda tra le chiese e le strade del centro storico, normalmente accompagnata dai canti delle confraternite e dal suono assordante delle metraculas, strumenti lignei azionati dai bambini. Anche se quest’anno non sarà eseguita nella sua interezza, la ritualità conserva intatta la sua forza evocativa.

Il Venerdì Santo si apre con la ripetizione mattutina de Sas Ecresias, seguita dalla drammatica rappresentazione de S’incravamentu, la crocifissione del Cristo. Nel pomeriggio, durante la Liturgia della Croce, risuonano i canti a cuncordu, tra cui i solenni Gotzos de Santa Rughe, eseguiti dai Cantores. La Domenica di Pasqua, l’esplosione degli spari a salve e il suono festoso delle campane annunciano S’incontru, il rito più emozionante, che inscena l’incontro tra il Cristo Risorto e la Madonna Addolorata, simbolo di rinascita e speranza.

Il Lunedì dell’Angelo, 21 aprile, è invece dedicato alla scoperta del patrimonio culturale del paese: alle 10 è prevista una visita guidata al Castello di Pontes e l’accesso libero alle opere d’arte sacra conservate nelle chiese, mentre alle 11 si terrà un laboratorio di tessitura tradizionale. Durante tutta la Settimana Santa e il giorno di Pasquetta sarà inoltre aperto al pubblico il Museo Etnografico Sa Domo e sos Marras, custode della memoria materiale della comunità.

La sacralità di questi giorni si riflette anche a tavola, con pietanze che raccontano storie e riti tramandati nel tempo. Tra queste spiccano sa minestra chin ambidda, zuppa con anguille servita esclusivamente durante la cena del Giovedì Santo riservata ai confratelli, e sos coccorrois, dolce preparato solo nella notte tra il mercoledì e il giovedì, con farina, vincotto e l’inconfessabile tocco della tradizione.

A Galtellì la Pasqua non è solo una celebrazione religiosa, ma un’esperienza culturale totalizzante, che coinvolge l’intera comunità e accoglie i visitatori in un abbraccio di spiritualità, bellezza e memoria.

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