A Seui, piccolo gioiello incastonato tra le montagne della Barbagia, la primavera si celebra aprendo le porte delle case e dei cortili, rivelando l’anima profonda di una comunità che ha fatto della memoria e della tradizione il proprio orgoglio. Sabato 10 e domenica 11 maggio, il paese si trasformerà in un teatro a cielo aperto per “Pastoris a Seui”, un evento che più che una semplice manifestazione, è un atto d’amore verso il mondo agropastorale.

Organizzato dal Comune di Seui e dalla Pro Loco, “Pastoris†prende il nome dai pastori, custodi di saperi antichi e protagonisti di un universo fatto di gesti, mestieri e intuizioni tramandati da generazioni. In lingua sarda, fatùs, faìnas e lucùras non sono solo parole: sono tracce vive di una cultura che trova nel Berà nu — la primavera — il momento più intenso di rigenerazione.
Tra le viuzze acciottolate del centro storico, il tempo rallenta. Qui, i visitatori potranno assistere alla mungitura delle pecore, alla lavorazione del latte e alla creazione di formaggi tipici come il casu agedu e la ricotta. Non si tratta di semplici dimostrazioni, ma di esperienze condivise, dove anche chi arriva da fuori può toccare con mano la materia e partecipare alla creazione. E poi la tosatura, la fabbricazione di strumenti pastorali come sa corda, e l’arte di lavorare il miele, il legno, le pelli, il ferro.
Ma “Pastoris” non è solo lavoro: è anche gusto, festa, racconto. Nelle case e nelle piazze si prepareranno i culurgionis, le pardulas, ma anche piatti meno noti e profondamente radicati nella cucina seuese come il civargeddu prenu e su civargiu, piccole gemme di sapori autentici. L’evento si arricchisce poi di mostre fotografiche, proiezioni di film a tema, concerti, sfilate di maschere tradizionali e danze popolari. Tra i momenti più attesi, la suggestiva apparizione de S’Urtzu e sa Mamulada, figura ancestrale che incarna la forza della natura e l’identità collettiva del paese, e l’esibizione del Gruppo Folk Santa Lucia, che con i suoi balli racconta la gioia e la malinconia di un popolo abituato a vivere in simbiosi con la montagna.
A completare il viaggio dentro il mondo pastorale, anche incontri e presentazioni di libri che ne esplorano l’anima più intima: opere come “Su testamentu de sa erbegheâ€, “Tundimentas†e “Transumanza†offriranno uno sguardo profondo sulla spiritualità , la fatica e la bellezza racchiusa nella vita dei pastori.