Dal 17 al 20 giugno 2025, il Festival dell’Archeologia torna con la sua quarta edizione, promettendo un’esperienza che va oltre la semplice rievocazione del passato. A fare da palcoscenico saranno tre luoghi simbolo della Sardegna più autentica: Bosa, Cabras e San Giovanni di Sinis, ognuno con la propria anima antica e il proprio racconto da condividere.

Sarà un viaggio tra epoche lontane, ma anche un incontro tra linguaggi diversi, dove la storia si intreccia con la musica, la scienza con l’emozione. L’apertura è affidata a Bosa, il 17 giugno, con un’anteprima dal forte impatto evocativo: il Quintetto Atlantico guidato dal sassofonista Enzo Favata darà voce alle pietre, ai silenzi e alle memorie del luogo. Un concerto pensato come immersione sensoriale in una cornice che sembra fuori dal tempo.
Dal 18 al 20 giugno, il cuore del festival si sposterà al Museo di Cabras, centro pulsante dell’archeologia sarda. Qui si alterneranno conferenze, dialoghi e racconti, portati avanti da studiosi, archeologi e appassionati. Sarà un’occasione per scoprire le più recenti scoperte e riscoprire l’antico rapporto tra l’uomo e la sua terra, tra i Nuragici, i Giganti di Monte Prama e la memoria collettiva che ancora oggi anima queste comunità .
Il gran finale è previsto per il 28 e 29 giugno, quando le antiche rovine di Tharros si trasformeranno in uno scenario mozzafiato per la musica immortale di Ennio Morricone. Un tributo alla bellezza e alla potenza della cultura, tra colonne spezzate e tramonti che accendono il mare, in un dialogo tra civiltà perdute e arte senza confini.
Il Festival dell’Archeologia si conferma così non solo un evento, ma un’esperienza profonda, un cammino lento e appassionato dentro l’anima sarda, dove ogni pietra ha qualcosa da raccontare e ogni suono diventa memoria.